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Olindo
Guerrini
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"Sono nato (ahimè) il
14 ottobre 1845 a Forlì; ma la mia vera patria è Sant'Alberto, 15
chilometri al nord di Ravenna, dove i miei avi hanno sempre vissuto.
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La ragione per cui sono
nato fuori del nido paterno è questa. Il mio paese (a quel tempo regnava
Papa Gregorio) non era che una lunga strada fangosa tra due fila di
casupole, meno che nel centro costrutte di mattoni seccate al sole e
coperte di canne palustri. Fuori, dove ora è campagna fiorente, non erano
che stagni e paludi, focolai di malaria (…) Puoi dunque immaginare anche
il resto. Niente scuole, salvo che quella privata di un vecchio prete,
certo Sperindio, che insegnava l'abbici a pochi privilegiati a suon di
nerbo. Niente di niente, fuorché ignoranza, polenta e ozio. Puoi dunque
immaginare come si andasse in fatto di medicina e ostetricia. Mia madre
(…), di ottima famiglia di Forlì, quando io mi avvicinai, si recò
presso ai suoi pei soccorsi dell'arte, se ce ne fosse stato bisogno (…).
Slattato colle cipolle, fui portato a S.Alberto, mia patria vera."
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Letterato e poeta Olindo
Guerrini è dunque nato a Forlì nel 1845 e morto a Bologna nel 1916. Si
laureò in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Bologna, ma non
praticò la professione di avvocato. Tornò "… a leggere e studiare
di tutt'altro per conto mio." Seguace del Carducci, fu singolare
figura d'artista, per i diversi influssi di cui risentì, ma esercitò
un'influenza non trascurabile come maestro di verismo poetico, con i versi
pubblicati sotto lo pseudonimo LORENZO STECCHETTI: Postuma (1877),
Polemica e Nova polemica (1878).
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L'abilità nel verseggiare
in lingua e in dialetto lo portò talvolta al pezzo di maniera, al
virtuosismo arguto ma rude: tipiche in questo senso le rime scritte sotto
lo pseudonimo ARGIA SBOLENFI (1897) nelle quali la satira gustosa si
abbassa spesso a scherzo triviale. Notevoli i versi in dialetto veneto
messi in bocca a Pio X (Ciacole di Bepi, 1908) e quelli i dialetto
romagnolo, nei quali con efficacia e colore è resa la psicologia della
gente della sua terra (Sonetti Romagnoli, 1920, pubblicati dal figlio
Guido). Non va dimenticata la sua opera di bibliotecario presso
l'Università di Bologna e di erudito, di critico letterario militante,
agile ed attento ad ogni nuova voce (Brandelli 1883). Amò molto
fotografare e andare in bicicletta per tutta Italia, testimone ne è il
Sonetto in dialetto romagnolo E' VIAZZ.
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VIAZZ
Da Ravenna a ruzzlessom
a Milan,
Sempar in bicicletta, e pu in Piemont
Fena a e' mont Rosa, ch'l'è un vigliac d'un mont
D'un'altezza sparversa
sora e' pian.
Al rapessom a pé st'e'
fiol d'un can
E, calè zo, fassessom dietro front
E da la Lumbardì, fa pu e' tu cont,
Ch'a travarsessom nenca
e' Venezian
Ui era al gross manovra
e par quest
As la gambessom par scansè l'intrig
D'la porbia, d'i cariagg
e d'tott e' rest
E icsé, dop avè fatt
tanti fadigh,
Arrivessom tott du fena a Triest
Indov ch'fa sbocia i nostra bon amigh.
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Nel ruolo di consigliere ed
assessore del Comune di Ravenna, che ricoprì nel 1873 e nel 1874, egli
"si adoperò molto per la sua Sant'Alberto", come testimoniò
molti anni più tardi Luigi Rava, che ricordava l'iniziativa del poeta di
istituire una sezione dei pompieri nel proprio paese d'origine, la sua
carica di presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di
Sant'Alberto e la fondazione, "con felice proposito, (di) una
biblioteca popolare che funziona bene", un progetto culturale che
Olindo Guerrini concretizzò nell'aprile del 1872, quando il Consiglio di
amministrazione della Società Operaia, assecondando un suo desiderio,
decise di aprire la biblioteca presso i locali del Municipio, provvedendo
così al "mutuo soccorso intellettuale" e, dato il favore con
cui l'iniziativa fu accolta dai santalbertesi, nonostante il loro alto
tasso di analfabetismo, ad una concreta diffusione dell'istruzione.
Il
patrimonio librario accumulato negli anni costituisce oggi un fondo di
2066 volumi. E' situato all'interno della casa paterna del poeta
"Casa Guerrini" accanto alla biblioteca decentrata del Comune di
Ravenna.
Si
rimanda alla pubblicazione, curata dalla stessa Società Operaia di
Sant'Alberto, "Olindo Guerrini e la Biblioteca Popolare di
Sant'Alberto" di Claudia Bassi Angelici, Ravenna,.Longo, 1997.
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ATTIVITA' IN CORSO
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Come sopra citato la prima
pubblicazione dei Sonetti Romagnoli fu pubblicata da Zanichelli nel 1920,
a cura del figlio Guido Guerrini. La Cooperativa Culturale di Sant'Alberto
"Un paese vuole conoscersi" ha in corso un importante lavoro di
ricerca per la pubblicazione dell'Edizione critica dei Sonetti di Olindo
Guerrini. La ricerca è curata da studiosi dell'Università di Bologna e
da esperti del dialetto. Essa prevede il confronto con i manoscritti, la
ricerca di inediti, le note sui personaggi citati dal Guerrini. Il testo
comprenderà circa 500 pagine con i sonetti in dialetto e a fronte in
lingua. L'uscita del volume è prevista per il 2001.
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IN BIBLIOTECA…E ANCHE
FUORI
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"Entrai in servizio
alla biblioteca Universitaria di Bologna il 1° gennaio 1886, avendo a
capo il dottor Olindo Guerrini, e a colleghi i dottori Carlo Ricci e
Lodovico Frati: e col Guerrini rimasi fino al 1912. (…).Mi resta di
parlare delle due maggiori passioni di Olindo Guerrini: della pipa e dei
libri. La pipa non gli ha forse servito ad altro che ad annerire i denti.
Quando alcuno domandava al gran clinico Roncati: a che cosa giova il
tabacco? Egli rispondeva: ad annerire i denti. Ma per i libri è una
partita diversa. Quella ricca biblioteca che il Guerrini ha accumulato nel
suo romitaggio di Gabiola, scelta fra il fior fiore delle letterature
latina italiana e francese, da lui convertitasi in succo e sangue, ha
valso a farne uno degli uomini più colti del suo tempo".(Alberto
Bacchi Della Lega)
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FOTOGRAFIA
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Sono passati ormai quindici
anni… Si trattava allora di costituire un Circolo fotografico fra i
dilettanti della città (Bologna).Avevamo già compilato lo statuto e
pensato ai nomi dei componenti il Consiglio di amministrazione. Mancavano
soltanto due elementi principali: la sede del Circolo ed il presidente del
Consiglio stesso. Per una società che sorgeva allora, era necessario un
presidente autorevole, artista geniale, simpatico a tutti e che avesse fra
i suoi pregi anche quello di dilettarsi di fotografia e di turismo. E la
scelta cadde spontaneamente su Olindo Guerrini.(…) Quando ci recammo in
commissione a pregarlo di volere assumere la presidenza del nostro
Circolo, egli ci accolse con la consueta cordialità ed accettò di buon
grado. "Sarò il vostro presidente, ci disse, ma non voglio avere a
che fare con bilanci e cifre…; a tutto ciò penserete voi". La sua
cordiale accondiscendenza verso di noi ci procurò la più grande
soddisfazione: il Circolo appena costituito sarebbe divenuto il primo fra
tutte le altre Società fotografiche. Quale altra avrebbe infatti potuto
competere con la nostra che aveva a capo Olindo Guerrini? Guerrini era
amato da tutti, e quando andava al Circolo i soci gli facevano corona e
gli domandavano consigli, ed egli, da vero artista, dava giudizi e
suggerimenti. Non si vedevano tuttavia molto spesso fotografie eseguite
dal dilettante presidente, e qualche socio mormorava, quasi non credesse
alle abilità tecniche di lui, specialmente nel ritratto. Ma un giorno il
Presidente ci fece dono del proprio ritratto (di sua esecuzione), sotto il
quale aveva scritto: "Al Circolo fotografico bolognese il presidente
offre questa opera sua per far vedere che non è poi una zampa del
tutto".Da allora nessuno osò più mettere in dubbio l'abilità
presidenziale anche nell'eseguire ritratti, tanto più che la stampa della
fotografia era al carbone; processo, in quei tempi, nuovo e
difficile…" (Giacomo Bersani).
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Il Guerrini.
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